La mancanza


 La mancanza è un vetro appannato che lacrima.

È come quella fame che ti prende la notte. Ti pare di avere un buco nello stomaco e invece ce l'hai nel cuore.

La mancanza non è solitudine. Non è assenza. È un liquido nero che circola nelle  vene e piano piano ti avvelena il sangue. Rinvigorisce i tuoi capelli, da colore al tuo incarnato, rende lucenti i tuoi occhi, le tue labbra più turgide. È uno strano incantesimo che ti rende più bella anche se in realtà dentro è il vuoto cupo.

Il tuo magnetismo si fa più forte, il tuo potere attrattivo è intenso. Sei come un buco nero : resistono in pochi e diventa la strage di molti.

Ho provato la paura della malattia, ho provato l'isolamento, la fame, la preoccupazione costante. Mi hanno tradito, deluso, offeso, ma niente fa male come la mancanza. 

L'ho sentita in un abbraccio che rendevo stretto per farmi percepire, in un bacio corrisposto con indifferenza, in un letto dove mi sono dedicata totalmente e mi é stato reso mero uso egoistico.

L'attore William Shatner, da poco tornato dallo spazio, lo ha definito freddo, cupo, silenzioso e lo ha paragonato alla morte. So benissimo cosa ha provato, ma non ha descritto la morte, semmai la mancanza. L'universo è un fluttuare di mancanza dove, ogni tanto, si percepisce un battito al quale ti aggrappi per continuare a sperare che tutto ciò finisca, magari nella visione di nuove terre e forme di vita. 

La mancanza è un urlo di angoscia non udito che si fa eco e alla fine diventa inesistenza. È ciò che resta del fragore di una stella che illumina il nulla con un ultimo atto di presenza e poi alla fine si rassegna e si lascia inghiottire. 

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